Un gentiluomo d'altri tempi: Tommaso Francavilla

Tommaso Francavilla (1951, Castellana G.) si è spento il 25 luglio scorso a seguito di un malore che lo aveva escluso dal mondo più di un anno prima. Pubblicista, polemista, appassionato risorgimentista con forti sentimenti liberali conservatori, era una brillante figura d'altri tempi in cui militanza politica e cultura convivevano, cui sono succeduti tempi in cui per trovare un politico colto in Parlamento o in un consiglio comunale occorre la lanterna di Diogene. La sua passione ideale era alla base del suo approccio fortemente di parte, cosa che ammetteva lui stesso con onestà intellettuale.

Sin dai tempi del liceo, a Tommaso Francavilla la politica scorreva nel sangue e tutta d'un pezzo: durante le agitazioni studentesche che a fine 1970 portarono all'occupazione del liceo classico di Putignano, si adoperò persino nottetempo per dissuadere i suoi compagni di fede liberale dalla lotta in quanto cosa comunista (ho poi appreso che era stato il leggendario preside Morea ad inviarlo in missione dissuasiva presso i "suoi").

Divenne presto leader nazionale della Gioventù Liberale, militando poi nelle correnti del PLI di destra facenti capo a Malagodi e Bignardi, dissenzienti dalla nuova leadership di Zanone e Patuelli. Eletto consigliere comunale a Castellana G. nel 1975, fu vice-sindaco in una giunta di coalizione con la DC, all'epoca partito pigliatutto. Coltivava una granitica fede monarchica: tentò di spiegarmi, ma senza successo, che solo la monarchia incarna appieno lo spirito della Nazione nel divenire storico (in altre parole, quando il Savoia di turno non è all'altezza, rappresenta comunque la Nazione grazie al temperamento degli organismi costituzionali).

Dopo aver gestito la segreteria provinciale del PLI, nel 1983 sfiorò l'elezione in Parlamento. Nel 1994 non potette candidarsi per via di una vicenda giudiziaria che poi si risolse nel suo proscioglimento e che lui additava come esempio di malagiustizia politica in sintonia con la nuova leadership della destra italiana della Seconda Repubblica; ma i tempi erano ormai cambiati e, benché abbia ammirato il berlusconismo come forma di rivoluzione liberale, le nuove formazioni politiche (Forza Italia, AN, PDL), non sembravano fatte per lui, autentico gentiluomo liberale che non a caso nella nuova epoca si è definito "apolide di centro-destra”. Essendo funzionario regionale, approdò all'incarico di collaboratore del gruppo consiliare regionale di Alleanza Nazionale, poi confluito nel PDL. Nel contempo, sfornava articoli e pamphlet: Pinuccio Tatarella lo chiamò al "Roma" come editorialista, mentre Salvatore Tatarella lo volle a "Puglia d'oggi", consentendogli la pubblicazione di un paio di pamphlet dai titoli eloquenti: Toghe...patate e cozze. Emiliano, Carofiglio, Maritati e le storie di malagiustizia pugliese, Bari, 2008 (con Franco Metta); Alla corte di Nichi. Misfatti e disfatte del governo più comunista del mondo libero, Bari, 2007, 2010. In verità, Tommaso Francavilla era una penna talmente di parte da sparare a zero anche contro la sua parte, come dimostrano molti suoi interventi su "La Gazzetta del Mezzogiorno" e sul "Corriere del Mezzogiorno".

Nel 2012 ha pubblicato Italia, 151 anni dopo. Orgoglio e tradimento, Castellana G., 2012, il cui fil rouge è la narrazione in positivo della storia dell'Italia unita (fin qui l'orgoglio), con la  denuncia di un'involuzione odierna che rischia di dilapidare il patrimonio del Risorgimento e dell'Unità (ecco il tradimento): al netto della sua individuazione del tradimento nella politica italiana al tramonto del berlusconismo ( giudizio politico-ideologico), Tommaso coglie nel segno individuando nel revisionismo pseudo-storico neoborbonico un' insidia per il sentimento di unità nazionale, come pure insidia considera la riforma del Titolo V della Costituzione "che azzerando di fatto il primato dello stato centrale rispetto alle regioni ed alle autonomie locali, ha determinato un progressivo ed inesorabile allontanamento tra Nord e Sud", aggravato dall' "onnipotenza germanica che detta legge, e a cui tutti gli altri Paesi devono obbedire, anche a causa della fragilità di una moneta, l’euro, nata male e che comunque sarebbe dovuta nascere dopo l’unità politica e non prima”. Una settimana dopo la presentazione di quel libro a Castellana, toccò a lui presentare un mio libro, che apprezzò come demolizione scientifica della scriteriata esaltazione del brigantaggio post-unitario.

Da antico amico-avversario di Tommaso Francavilla - col quale incrociai la spada anche durante la presentazione nel 2002 del libro di Nicola Bauer Noci nel primo Novecento, allorché gli addebitai il nazionalismo come degenerazione del patriottismo -, rendo omaggio alla sua memoria in nome dei comuni ideali e studi risorgimentali. Mi piace ricordare gli ultimi due messaggi da lui inviatimi circa un mio articolo sul "Corriere del Mezzogiorno" sulle efferatezze del brigantaggio post-unitario: <<Eccellente. E pubblicato oggi per intero. Affettuosità. Tommaso>> (14.3. 2014); <<Hai scatenato l'ira d'Iddio. Ti hanno caricato di insulti senza un solo argomento in risposta ai Tuoi. Polito ti ha reso giustizia. Hai fatto centro. Un abbraccio. Tommaso>> (18.3. 2014). Fu il mio ultimo contatto con Tommaso prima che entrasse nel buio senza ritorno. Un grande abbraccio a Te, Tommaso.

José Mottola

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